La Storia

La storia del Rifugio degli Angeli è la storia di un gruppo di amici aderenti all’Operazione Mato Grosso, un movimento che attraverso il lavoro gratuito raccoglie fondi per le missioni in America Latina, offrendo a giovani e ragazzi la possibilità di numerose esperienze formative.
L’ex Rifugio Scavarda
Il rifugio sorge sui resti del Rifugio Scavarda, costruito nel 1937 e dedicato alla memoria di Clea Scavarda, una alpinista ventiseienne vittima di una slavina caduta il 19 febbraio del 1936.
Costruito come ricovero militare alla base della Testa del Rutor, dopo la guerra viene convertito in rifugio alpino e viene gestito dal CAI di Torino sino all’inizio degli anni Novanta. Era una costruzione in muratura a un piano, con 32 posti letto, riscaldamento a stufa, e acqua fornita dal Ghiacciaio del Morion. A renderlo un mucchio di sassi e di terra fu un incendio nel 1990.

Il nuovo Rifugio degli Angeli

Nel 2002, un caro amico e volontario dell’Operazione Mato Grosso, ci propone di acquistare all’asta un lotto di terreno in Val d’Aosta, a quasi 3.000 metri, per ricostruire il rifugio Scavarda. Senza pensarci troppo abbiamo messo insieme il necessario per fare un’offerta, e siamo diventati proprietari di quel pezzo di terra e di quel mucchietto di sassi in cima a una montagna.

Nell’estate 2003 abbiamo dato il via alla costruzione del rifugio secondo lo spirito dell’Operazione Mato Grosso. Grazie all’aiuto dei benefattori disposti a regalarci i materiali necessari, dei professionisti volontari capaci di seguire il progetto e dei tantissimi amici e volontari che si sono avvicendati durante le varie settimane di lavoro, è cominciata l’avventura di ricostruzione.

I lavori sono durati 3 estati: il campo base dei volontari è stato organizzato in un ricovero nel Vallone dell’Arp Vieille e al mattino si partiva tutti insieme alla volta del rifugio con il nostro carico di mattoni, sabbia o piastrelle. C’era chi portava un solo mattone e chi ne portava sei, chi faceva 3 viaggi in un giorno e chi ne faceva uno e poi si fermava in cucina con la scusa di aiutare a pelare le patate per la cena … ma piano piano, come formichine, facendo ognuno la sua piccola parte, siamo riusciti nel nostro intento: un rifugio a 3.000 metri, costruito “a spalla”!

Il 4 Settembre 2005, abbiamo festeggiato insieme a tanti amici la fine dei lavori. Abbiamo scelto il nome “Rifugio degli Angeli”, in memoria dei ragazzi dell’Operazione Mato Grosso che sono venuti a mancare in America Latina, di Vineta Negro che morì nell’incendio del rifugio nel 1990, di Clea Scavarda e di tutte le persone che ci hanno lasciato e che vogliamo ricordare. È un nome aperto, e siamo felici che chiunque ci venga a trovare possa trovare posto anche per il nome di altri Angeli che ci guardano da lassù.

A partire dall’estate 2006 il rifugio è gestito in completa autonomia dai volontari dell’Operazione Mato Grosso, e tutti i proventi sono destinati alle missioni in America Latina, per poter aiutare i più poveri. La nostra avventura continua e speriamo che tu voglia farne parte: ti aspettiamo in quota, con un piatto di polenta fumante!